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Tokenizzazione nel mondo dell'arte

I token e le loro tipologie

Un fenomeno di assoluto interesse, che rappresenta una delle

tendenze emergenti della blockchain degli ultimi anni, è la

"tokenizzazione", ovvero il trasferimento, attraverso gli smart

contract, dei diritti e del valore economico di un qualsiasi bene

del mondo reale (ad es. un immobile, un’opera d’arte o un asset

finanziario) all’interno di gettoni digitali chiamati token.

Il ruolo dei token assume una particolare importanza quando si

applica a beni per definizione unici, insostituibili e non 

intercambiabili: quelli che permettono di certificarne la rarità

digitale prendono il nome di “Non Fungible Token” (NFT).

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I Token Non Fungibili sono certificati digitali che rappresentano oggetti del mondo reale e virtuale che non posso essere sostituiti e ne garantiscono l’autenticità e unicità proprio perché vengono registrati su un registro come la blockchain. Si tratta di beni immateriali con una vita propria e una propria autonoma quotazione quasi sempre non collegata con l’oggetto di cui sono rappresentazione digitale, ancorché quest’ultima possa influenzare il valore della transazione.

Uno dei primi casi d'uso degli NFT è avvenuto nel mondo dell’arte (1): il loro merito principale è stato, infatti, proprio quello di riuscire a trasformare un’opera digitale, potenzialmente riproducibile per un numero infinito di volte, in un’opera unica, irriproducibile e, perciò, “rara” con un conseguente aumento di valore e interesse.

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Cosa sono gli NFT

Tecnicamente gli NFT rappresentano i certificati di proprietà delle opere digitali: l’acquirente acquista la proprietà digitale dell’opera (2) e non l’opera d’arte vera e propria e il suo acquisto gli garantisce il possesso di uno o più diritti su questo oggetto virtuale (ad es. il diritto di esporre o “eseguire” l’opera, il diritto di vendita, etc.), mentre l’artista, che crea l’opera d’arte in formato digitale e la sottopone al processo di tokenizzazione per venderla su blockchain (interfacciandosi direttamente con il compratore o con le piattaforme di vendita come, ad esempio, Opensea, Rarible, Nifty Gateway, etc.) (3) ne attesta la prova di autenticità/paternità (4), mantenendo sempre il diritto di farne l'uso commerciale che desidera come quello di crearne e farne circolare più copie, di cederne l’accesso, etc.

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Le applicazioni nel mondo dell’arte

Questa tecnologia è certamente utile se applicata all’arte nativa digitale, la cosiddetta “cripto-arte”, ovvero a tutte quelle forme d’arte nate appunto grazie a una tecnologia digitale (computer, macchina fotografica, etc.) e destinate a essere riprodotte esclusivamente tramite supporti digitali.

Diverso è il caso, invece, in cui un’opera nasca come opera “fisica” (ad es. un dipinto, una scultura, una fotografia analogica, etc.) e successivamente venga sottoposta a digitalizzazione/tokenizzazione magari da parte di terzi tramite una videoripresa, una fotografia digitale o strumenti analoghi. La tecnologia, in tal caso, consente di risalire al primo creatore dell’NFT, ovvero colui che per primo ha tokenizzato il file, anche se questo soggetto potrebbe non coincidere con il creatore dell’opera digitalizzata o con il soggetto legalmente autorizzato al suo sfruttamento economico, compresa la sua trasformazione in NFT.

Nella fattispecie, l’oggetto del contratto di vendita è rappresentato dal solo NFT: quindi, non solo all’acquirente non vengono trasferiti i diritti sull’esclusività dell’“anima” dell’opera o i diritti d’autore (5), ma nemmeno i tipici diritti di proprietà sul prodotto artistico fisico (6).

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I diritti d’autore, così come il “diritto di seguito”, vale a dire il diritto dell’autore dell’opera a percepire una percentuale sul prezzo di vendita della stessa in occasione delle vendite successive alla prima, rimangono, infatti, sempre in capo all’artista, sia che si tratti di un’opera d’arte nativa digitale che di un’opera fisica successivamente digitalizzata (7).

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Sviluppi nell’arte analogica

Per queste caratteristiche di decentralizzazione, immodificabilità

e trasparenza, gli NFT trovano, come è naturale, la loro principale

applicazione nella gestione delle opere native digitali, tuttavia,

sembrano destinati ad offrire una “seconda vita” – quella digitale

appunto – anche alle opere native “analogiche”.

Questo settore è ancora lontano dalla digitalizzazione rispetto

alle altre tipologie di business, perciò, le applicazioni basate sulla

blockchain potrebbero risultare di difficile accettazione da parte

degli operatori coinvolti in questo ambito.

Lo scopo di AtmospheEre è proprio quello di dimostrare,

attraverso la descrizione di applicazioni rilevanti e innovative,

come, invece, queste possano essere utili ed avere un grande

impatto anche in questo settore del mercato dell’arte.

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AtmospheEre - Tokenizzazione nel mondo dell'arte - Art tokenization - Dama ermellino  -  Lady with ermine
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(1) L’applicabilità a contenuti artistici dipende dal fatto che il token può contenere immagini (JPEG, BMP, TIFF, etc.) o file audio (WAV, MP3, MIDI, PTX, PTF o M4A), ma può anche limitarsi a dati relativi al bene, includendo solo un link a una risorsa off-chain dalla quale è accessibile l’opera digitale.(1) L’applicabilità a contenuti artistici dipende dal fatto che il token può contenere immagini (JPEG, BMP, TIFF, etc.) o file audio (WAV, MP3, MIDI, PTX, PTF o M4A), ma può anche limitarsi a dati relativi al bene, includendo solo un link a una risorsa off-chain dalla quale è accessibile l’opera digitale.

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(2) L’acquirente diventa proprietario dei metadata dell’opera conservati su blockchain, che riportano il nome dell’opera, una descrizione dell’opera stessa e ciò che viene chiamato “uniform resource identifier”.

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(3) Un caso di successo dell’uso della blockchain nelle opere d’arte digitali sono stati i Criptokitties, un servizio offerto da Axiom Zen che ha consentito l’acquisto, la fruizione e la vendita di più di un milione di riproduzioni di gattini digitali. Queste riproduzioni sono state codificate determinandone gli attributi fisici, come se fosse un vero e proprio DNA. Così chi acquistava un criptogatto sapeva che era unico, perché costruito grazie alla blockchain e non poteva più essere copiato.

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(4) Attraverso la tokenizzazione alle opere incorporate in NFT viene riconosciuta anche la garanzia della loro provenienza e della loro storia (chain of ownership) e, quindi, la possibilità di ricostruirne anche a distanza di tempo in modo inequivocabile la cronologia di tutti i proprietari.

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(5) Il diritto d’autore riconosce al collezionista NFT solo la possibilità di vendere, scambiare, trasferire ed utilizzare l’articolo acquistato, mentre gli preclude di farne un uso commerciale come creare e far circolare copie dell’opera o cedere l’accesso all’opera stessa.

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(6) Gli unici soggetti autorizzati a creare un token sono l’artista o il proprietario dell’opera a meno che questi non abbiano deciso di cedere i loro diritti al compratore

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(7) Potrebbe accadere che l’acquirente si accordi con l’autore anche per la cessione o la licenza dei diritti d’autore relativi all’opera NFT. In questo caso la blockchain registrerà non solo la vendita ma anche questi altri contratti nonché tutti quelli successivi relativi a quell’opera, comportando un’indubbia maggiore certezza in merito al perimetro dei diritti che si vanno ad acquistare.

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